Ristoranti con le migliori valutazioni a Varsavia

Negli ultimi anni, i nuovi chef che possono innovare i piatti sono diventati molto popolari a Varsavia. Ad esempio, Amaro, Gessler, Kręgliccy, Oszczyk, Okrasa, Sowa e Trzópek sono tutti chef ben noti tra gli appassionati di cibo di Varsavia.

Ristorante Atelier Amaro

Lo chef Amaro utilizza ingredienti polacchi di alta qualità per creare rinomati capolavori culinari. Il Ristorante Atelier Amaro è il primo ristorante in Polonia a ricevere una stella Michelin.

Ristorante Tamka 43

Lo chef Rafał Hreczaniuk è considerato un futuro esperto culinario. Il suo ristorante, Tamka 43, è stato inserito tra i 50 migliori ristoranti del mondo dal 2009 al 2011 e ha ricevuto il titolo di Miglior Ristorante in Polonia nel 2012.

Platter

Lo chef Karol Okrasa comprende l'arte culinaria di abbinare cibi di forme e sapori diversi. Presentare il cibo in modo eccellente è importante quanto il cibo stesso. Nella sua cucina, è ispirato dai sapori della sua infanzia. Come fondatore della Chef's Club Foundation, mira a promuovere la cucina polacca.

Ristorante La Rotisserie

Il Ristorante La Rotisserie è raccomandato dalla 'Guida Michelin delle principali città europee 2012'. È rinomato per i piatti firmati dallo Chef Pawel Oszczyk, ispirati alle sue esperienze culinarie in Europa. Combinando tradizioni francesi, italiane e polacche, crea capolavori culinari moderni. Il campione sommelier polacco Andrzej Strzelczyk abbina i migliori vini al menù che cambia settimanalmente.

Ristorante Piąta Ćwiartka

A Varsavia, tra i ristoranti che offrono cucina tradizionale polacca, raccomandiamo vivamente il Ristorante Piąta Ćwiartka. Situato dietro il Castello Reale nel bellissimo Arkady Kubickiego, questo luogo offre piatti che richiedono un'alta maestria culinaria e tecniche raffinate. I piatti del Piąta Ćwiartka una volta facevano parte della cucina polacca ma sono stati poi dimenticati. Questo ristorante ha riportato alla loro antica gloria. 'Piąta Ćwiartka' significa 'quinto quarto', un termine usato dai macellai in passato per descrivere parti dell'animale considerate di qualità inferiore, come le frattaglie.